Il presunto caso di cannibalismo, che nel 2020 sconvolse la Germania, nelle scorse ore è stato confermato dai giudici di un tribunale tedesco. Dopo aver analizzato tutte le prove, il professore di matematica e chimica di una scuola privata di Berlino, Stefan R, è stato giudicato colpevole dell’atto “deplorevole” e condannato all’ergastolo.
Il 5 settembre di due anni fa, Stefan T., scomparve nel nulla, e solo dopo alcuni mesi, le sue ossa vennero ritrovate disseminate nei diversi cassonetti della Capitale tedesca. Come gli inquirenti siano arrivati all’assassino, non è ben chiaro, ma, dopo averlo interrogato, il professore ha ammesso l’omicidio ma non il cannibalismo.
L’omicida ha raccontato che, dopo aver conosciuto l’uomo su un sito gay, si erano incontrati nel suo appartamento nel quartiere Pankow, ma al mattino avrebbe ritrovato l’ingegnere di 43 anni senza vita, e, solo successivamente, avrebbe deciso di liberarsene facendolo a pezzi. Le indagini in casa del ‘cannibale’, hanno portato alla scoperta di un maxi surgelatore, un coltello da macellaio e una sega per ossa, e, analizzando il Pc, al ritrovamento di siti specifici sul cannibalismo.
Secondo quanto riferito dalla Bbc, i giudici della corte tedesca hanno dichiarato: “La vittima era stata attirata in una trappola e l’assassino ha agito per mettere in atto le sue fantasie di cannibalismo”.
09/01/2022
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