Ai fini dell’integrazione del reato è sufficiente che dalle parole utilizzate, la persona offesa sia identificabile. Codacons: importante sentenza dei Supremi Giudici in tema di reati sul web. Scriveteci a info@codaconslombardia.it per ottenere tutela e assistenza legale.
Photo fonte ufficio stampaCronaca Nazionale: La Corte di Cassazione nella sentenza n.10762/2022 ha statuito un importante principio in tema di diffamazione mezzo social secondo cui ai fini del reato non è necessario che sia indicato chiaramente il nome della persona offesa, essendo sufficiente l’indicazione di elementi personali o temporali della fattispecie per l’individuazione del soggetto offeso.
In tal senso, post denigratori che fanno riferimento ad elementi fisici quali colore della pelle, altezza, peso ecc. o ad elementi chiaramente riconducibili ad un soggetto determinato, possono integrare il reato di diffamazione aggravata.
“Si tratta di un’importante pronuncia della Cassazione che sta iniziando a prendere sul serio il problema dei reati commessi a mezzo web o social – commenta il presidente Codacons Marco Maria Donzelli – è un problema molto diffuso che può colpire chiunque. Scriveteci a info@codaconslombardia.it per ottenere consulenza e assistenza legale in materia”
30/03/2022
Inserisci un commento