Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza a favore di una donna rimasta vedova, che si era vista negare la richiesta delle password dei profili social del marito morto improvvisamente, per recuperare foto e video dei propri figli, eventuali lettere di addio e dichiarazioni delle ultime volontà.
Quanto stabilito dal Tribunale va a modificare le norme sul ‘diritto della privacy’, che, in riferimento al ‘diritto privato digitale’, ossia su Internet, in molti casi seguono leggi internazionali, essendo estere le società che offrono i servizi.
Negli ultimi mesi, già altri tribunali, sia nazionali che internazionali, si erano espressi a favore della comunicazione ai familiari, di persone defunte, delle password dei siti web (Meta, Apple e Microsoft), in quanto, una volta deceduto il possessore degli account, i dati contenuti all’interno si trasformano in eredità digitale.
L’avvocato matrimonialista Marco Meliti, difensore della vedova, ha dichiarato: “Il provvedimento ci ricorda come i dati contenuti nei nostri account possano entrare a far parte dell’eredità, al pari delle lettere o delle fotografie custodite gelosamente nei cassetti delle nostre scrivanie.
La decisione del Tribunale di Milano evidenzia una falla normativa nel sistema di protezione post mortem dei dati contenuti nei nostri account”.
08/07/2022
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