Il primo caso di vaiolo delle scimmie in Italia è stato identificato all’Ospedale Spallanzani di Roma, dopo il rientro di un uomo dalle Isole Canarie, verso la metà di maggio. Secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute, i casi confermati di infezione da ‘orthopoxvirus’, il virus molto simile al vecchio vaiolo, sono circa 550 di cui l’1% donne, ma per gli esperti sono dati sottostimati. Nelle scorse settimane, l’Oms ha dichiarato l’emergenza sanitaria a livello globale. Da domani 8 agosto, nel nostro Paese, inizia la campagna vaccinale nelle Regioni dove è stato rilevato il numero maggiore di contagi. Le circa 4.200 dosi di ‘antivaiolo Jynneos’ consegnate dall’Ue, sono così ripartite: n. 2000 alla Lombardia, 1200 al Lazio, 600 Emilia-Romagna, 400 Veneto, più alcune altre dosi che verranno consegnate agli ospedali che ne faranno richiesta. Al momento, nonostante i dati allarmanti, non partirà la vaccinazione di massa ma il farmaco verrà somministrato alle categorie di persone considerate più a rischio dal Ministero. Il virus delle scimmie si trasmette sessualmente e a correre il maggiore pericolo sono: il personale di laboratorio con esposizione diretta, le persone gay, transgender e bisessuali. Sono previste almeno due dosi di vaccino, da somministrare a 28 giorni di distanza
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