È bastato solo un anno per vanificare tutto l’operato dell’Onu realizzato in 20 anni di attività in Afghanistan. Il 15 agosto 2021, i talebani sono tornati al potere e, nonostante la premessa di seguire le regole della sharia, avevano assicurato che poco sarebbe cambiato soprattutto per i diritti umani e delle donne. Ma quanto accaduto in 365 giorni, racconta una verità differente, fatta di mancate promesse e violenza, sia sulle donne, essendo stato negato loro il diritto allo studio, al lavoro e introdotto l’obbligo di indossare il burqa e uscire solo se accompagnate da un familiare maschio, che sugli uomini, soprattutto se ex appartenenti alla Repubblica dell’Afghanistan o giornalisti che denunciano la drammatica situazione in cui il paese è piombato. Per l’occasione, Amnesty International ha pubblicato un rapporto “Un anno di violenza, impunità e false promesse ”, dal quale emerge un tragico quadro: “I talebani hanno limitato il diritto all’istruzione, oscurando il futuro di milioni di ragazze afgane e le sottopongono le donne a violenze crescenti. Si sono impegnati pubblicamente a proteggere e promuovere i diritti umani. Ma la velocità con cui stanno smantellando 20 anni di progressi sui diritti umani è sbalorditiva. Ogni speranza di cambiamento è svanita”.
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