Lo scandalo di spionaggio, esploso a fine luglio in Grecia, continua ad alimentare molte polemiche e ha attirato l’attenzione anche della Commissione Europea. Al centro del caso è finito il premier greco Kyriakos Mitsotakis accusato, essendo i servizi segreti sotto il suo diretto controllo, di essere a conoscenza dell’intercettazione del telefono di Nikos Androulakis, leader del Partito socialista PASOK-KINAL e del giornalista investigativo Thanasis Koukakis.
Il premier greco, si è scusato per l’accaduto ma ha ribadito di non essere a conoscenza della sorveglianza digitale dei servizi segreti greci (EYP), dichiarando “quanto avvenuto può essere legittimo, ma è stato un errore. Non lo sapevo e ovviamente non l’avrei mai permesso”. Sul dispositivo del leader del Pasok, durante la corsa alle primarie nel 2021, è stato installato un costosissimo software spia ‘Predator’.
In seguito allo scandalo, ribattezzato “Watergate greco”, Grigoris Dimitriadis nipote e primo segretario generale dell’ufficio del premier, e Panagiotis Kontoleon, capo dell’intelligence ellenica, si sono dimessi. Mitsotakis, riferendo in Parlamento sull’accaduto, ha dichiarato che continuerà a guidare la Grecia verso le elezioni che si terranno il prossimo anno.
27/08/2022
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