I leader dei Paesi dell’OPEC+, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, tra cui Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, più altri paesi come la Russia, dopo il loro incontro a Vienna, hanno annunciato una riduzione della produzione di greggio pari a 2 milioni di barili al giorno, decisione motivata dal calo della domanda globale di petrolio e dai timori di una recessione in arrivo.
La riduzione porterà con se un aumento dei prezzi che darà un’ulteriore spinta al rialzo dell’inflazione
Tale decisione era stata osteggiata da moltissimi governi di tutto il mondo, soprattutto degli Stati Uniti, che temono un ulteriore aumento del costo dell’energia.
Questa decisione da parte dei Paesi dell’OPEC+ sembra essere stata proprio guidata dall’Arabia Saudita, con l’appoggio degli Emirati Arabi Uniti, ma soprattutto della Russia la quale ha tutto l’interesse a tenere alte le quotazioni del petrolio per sostenere la campagna militare e finanziare le casse pubbliche colpite dall’embargo economico dei paesi occidentali, oltre che dal tetto al prezzo del petrolio imposto dall’Unione Europea
In questo momento storico in cui è sempre più difficile fare i conti con la crisi energetica mette ulteriormente in difficoltà i Paesi importatori di petrolio
06/10/2022
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