Le decine di incendi che, anche quest’anno, hanno distrutto il territorio italiano e in particolare le regioni del Sud, tra cui Calabria, Puglia e Sicilia, nella stragrande maggioranza dei casi vengono appiccati dalla mano dell’uomo, risultando quindi dolosi.
I danni provati all’ambiente dalle fiamme e dal fumo, che ne scaturisce, sono inquantificabili: migliaia di ettari di boschi bruciati; sostanze tossiche rilasciare nell’aria; persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni, talvolta gravemente danneggiate; vittime, seppur in rarissimi casi.
Il governo, alla luce degli ultimi drammatici episodi che hanno devastato il Mezzogiorno, lunedì scorso ha approvato il ‘decreto Omnibus Giustizia’ che va a modificare l’art. 423 bis del Codice penale.
Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha spiegato che chiunque appicchi un incendio presso “boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui” verrà punito con la pena minima di sei anni di reclusione, in precedenza erano tre, mentre, “la pena minima passa da uno a due anni” se il reato è colposo, ossia involontario.
10/08/2023
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