L’incontro “casuale e non ufficiale”, così definito dalla ministra degli Esteri Najla Al Mangoush della Libia con l’omologo israeliano Eli Cohen, avvenuto la scorsa settimana a Roma, ha scatenato profondi malumori e proteste a Tripoli, tanto che, nella serata di ieri, gruppi di dimostranti hanno manifestato, arrivando a bruciare bandiere d’Israele, per chiedere le dimissioni della rappresentante di governo.
Il colloquio è l’ennesimo tentativo del ‘processo di pace’, iniziato da decenni e interrotto bruscamente più volte durante la storia, e mira a risolvere il conflitto israelo-palestinese. Molti i temi trattati durante l’incontro, ufficialmente il primo in assoluto nella storia, tra cui “un’eventuale cooperazione tra i Paesi in materia umanitaria, agricola, risorse idriche e l’importanza di preservare il patrimonio degli ebrei libici”.
Mentre il ministro degli Esteri dello Stato d’Israele Eli Cohen ha definito l’incontro come ‘storico’, il primo ministro della Libia, Abdelamid Dbeibah ha parlato di “incontro segreto” e, in seguito ad una richiesta di chiarimento inviata dal capo del Consiglio presidenziale libico Mohammed Menfi, ha sospeso la ministra Mangoush e avviato indagini penali. Menfi ha precisato l’incontro tra le due cariche istituzionali “non riflette la politica estera dello Stato libico - ed è - una violazione delle leggi libiche”.
31/08/2023
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