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MAMME ARCOBALENO DIFENDONO I LORO DIRITTI DAVANTI AL TRIBUNALE DI PADOVA

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Oggi, davanti al Tribunale di Padova, ha preso il via un importante processo civile che mette sotto i riflettori la questione delle coppie omogenitoriali e dei loro diritti. Le udienze riguardano le prime quattro coppie di madri arcobaleno, contro le quali la Procura ha impugnato i certificati di nascita dei loro 37 figli, tutti registrati come figli di "due mamme" presso il Comune euganeo.

Fin dal primo mattino, una trentina di mamme gay ha dato vita a un sit-in nella piazzetta antistante il Tribunale. Con bandiere e cartelli a favore delle coppie omogenitoriali, hanno letto a voce alta i nomi dei bambini di tutte e 33 le coppie coinvolte nel processo. Un gesto simbolico di solidarietà e resistenza contro le sfide legali che stanno affrontando.

Il processo è scaturito dalla decisione della Procura, basata sul decreto del ministro Piantedosi, di chiedere la rettifica degli atti di nascita. Tale rettifica comporterebbe la cancellazione del cognome della madre non biologica, una mossa che ha sollevato una serie di interrogativi etici e legali. Dopo la lettura dei nomi dei bambini, le mamme si sono legate l'una all'altra ai polsi con un nastro rosa, enfatizzando l'importanza dell'unità nella lotta per i loro diritti.

Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito Democratico Europeo, ha commentato l'inizio del processo definendolo "una vicenda vergognosa frutto del furore ideologico anti-Lgbtqi+ e dell'accanimento contro le famiglie omoparentali da parte del governo italiano." Ha sottolineato che la decisione potrebbe rendere legalmente orfani 37 figli, una situazione che va oltre la politica, colpendo direttamente la dignità di queste madri e dei loro figli.

L'eurodeputato ha evidenziato come tale situazione sia inaccettabile secondo gli standard europei, definendola una chiara violazione dei diritti civili, delle libertà fondamentali e del diritto europeo. Ha inoltre sottolineato l'importanza di essere al fianco di queste famiglie, definendo la situazione "una questione di civiltà" e ribadendo che non esistono famiglie eterosessuali di serie A e famiglie omosessuali di serie B.

La battaglia legale in corso a Padova diventa quindi non solo una lotta per i diritti delle coppie omogenitoriali, ma anche un banco di prova per i principi di uguaglianza e dignità che dovrebbero essere fondamentali in una società moderna e inclusiva. Resta da vedere come il tribunale affronterà questa delicata questione e quale impatto avrà sul futuro delle famiglie omogenitoriali in Italia.

14/11/2023

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