Da mesi, l’Unione Europea sollecita la Bielorussia di introdurre misure efficaci per ridurre il flusso dei migranti provenienti prevalentemente dall’Iran, Camerun e Congo. Ma il Paese, guidato da Alexander Lukashenko, non solo non ha attuato nessun provvedimento, ma favorirebbe il loro ingresso alle frontiere di Lettonia, Lituania e Polonia.
Bruxelles, che da tempo ha dato il via a tutta una serie sanzioni verso la Bielorussia, avendo assistito al protrarsi del traffico dei migranti, ha annunciato l’inasprimento delle sanzioni, applicandole anche a funzionari, agenzie di viaggio e compagnie aeree, in quanto, ritenute corresponsabili dell’immigrazione illegale.
Il presidente bielorusso Lukashenko, che già lo scorso mese aveva minacciato di interrompere la fornitura di gas ai Paesi occidentali, bloccando il gasdotto Yamal-Europe, ha ribadito le proprie intenzioni.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale BelTA, l’uomo a capo della Bielorussia, da 27 anni, ha dichiarato: “Se le sanzioni, che ci stanno imponendo o ci imporranno in futuro, ci metteranno in uno stato di emergenza e non saremo in grado di rispondere in nessun altro modo, ricorreremo a questa misura severa”.
14/12/2021
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