Sono trascorsi quasi dieci anni dal provvedimento di sequestro degli impianti dell’ex Ilva di Taranto, e l’adozione di misure cautelari per 44 persone e tre società, finite a processo per “disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro”.
Il maxiprocesso “Ambiente svenduto” iniziò nel 2016 e dopo cinque anni si è concluso il 31 maggio scorso, con la condanna storica per 26 soggetti coinvolti e la confisca dell’area a caldo dell’impianto siderurgico.
Fra le pene esemplari inflitte dalla Corte d’Assise di Taranto spiccano quelle per Fabio e Nicola Riva, gli ex proprietari e amministratori dell’acciaieria più grande d’Europa, condannati a 22 anni e 20 anni di reclusione. Nella giornata di ieri, i legali dei commissari di Ilva in As, presso la Corte d’Assise di Taranto, hanno presentato un’istanza chiedendo il dissequestro degli impianti dell’area a caldo dell’ex Ilva.
“Secondo i commissari straordinari di Ilva in amministrazione straordinaria, grazie ai lavori ambientali, ci sono i presupposti per revocare i sequestri essendo cambiato lo scenario delle emissioni rispetto a dieci anni fa”.
05/04/2022
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