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LA TRAGEDIA DI ISCHIA TRA DOLORE E RIFLESSIONE SU COME PREVENIRE IN FUTURO

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Si cercano ancora 5 dispersi a Ischia dopo che il  fango ha devastato una zona di Casamicciola Terme, a seguito dell'alluvione di sabato mattina.  Il bilancio ad oggi è di 8 vittime, 4  feriti,  230 sfollati, 30 le abitazioni colpite.

Un disastro, un dolore che riapre le ferite in una zona già duramente colpita dal terremoto del 2017, una scena che si ripete e che fa riflettere sulla fragilità dei nostri territori.

E’ il terzo grave evento franoso in quindici anni nell’isola di Ischia, un territorio sempre martoriato da eventi simili per la sua natura geologica, in particolare il versante dell’Epomeo rivolto verso Casamicciola sembra essere epicentro di disastri naturali: alluvioni, frane, terremoti. Ma tutto ciò si poteva evitare? La natura è matrigna o l’uomo troppo spesso è incurante dei territori in cui vive costruendo dove non è possibile, omettendo la manutenzione, cementificando, disboscando…

A parlare proprio di questo, scatenando molte polemiche, è stato tra tanti, anche Il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè rispondendo ai microfoni di  Radio Cusano Campus così: “bisognerebbe immediatamente fermarsi e capire dove questo Paese è a rischio di morte più o meno certa, ci sono territori dove è scritto che l’incuria provocherà tragedie di qui a qualche decennio”. Le soluzioni? «Ci sono piani urbanistici che sono previsti dal Pnrr che però devono essere messi in pratica, anche a costo di scontentare chi parla di abusivismo di necessità. Siccome si fa tanto parlare di rigenerazione urbana, di riordino di zone urbanistiche - continua - non può più essere accettato il teorema di abusivismo di necessità. Laddove ci sono situazioni di pericolo concreto lo Stato deve intervenire anche con la forza. Bisogna accettare il fatto che dovremo anche demolire alcune porzioni di territorio, dando però a queste persone una situazione abitativa degni».

28/11/2022

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