L’evento disastroso della valanga di Rigopiano, in Abruzzo, a distanza di oltre 6 anni torna a lacerare una ferita mai chiusa. Nel pomeriggio del 18 gennaio del 2017, una slavina staccatasi dal Gran Sasso si è abbattuta sul resort, causando la morte di 29 persone. I soccorsi arrivarono con estremo ritardo, riuscendo a salvare solo 11 persone rimaste sotto le macerie, a causa sia della grande nevicata che nelle ore precedenti aveva invaso tutta la zona, che della centralinista della Protezione Civile che inizialmente ignorò l’allarme, ritenendolo falso.
Nelle scorse ore il tribunale di Pescara, provocato la rabbia dei parenti delle vittime, su 29 indagati e una società a processo, ha condannato al carcere solo 5 imputati: i dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio a 3 anni e 4 mesi ciascuno di reclusione, l’ex sindaco Ilario Lacchetta a 2 anni e 8 mesi, l’ex gestore dell’albergo Rigopiano Bruno Di Tommaso e il redattore che autorizzò l’intervento sulle tettoie e verande dell’hotel Giuseppe Gatto, entrambi a sei mesi. Nessuna condanna, invece, per il reato di disastro colposo.
24/02/2023
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