Brutali maltrattamenti inflitti a bovini esportati dall’Italia verso il Medio Oriente: in onda
ieri sera a Striscia La Notizia, su Canale 5, l’inchiesta di Edoardo Stoppa, nata dai video-shock
girati da Animals International (AI) e diffusi da LAV e CIWF. L’appello delle associazioni:
vietare urgentemente i trasporti di animali vivi su lunga distanza e l’esportazione verso i
Paesi terzi.
Le immagini sono troppo drammatiche per essere mandate in onda e vengono raccontate
da Gabriel Paun, Direttore europeo di AI, ai microfoni di Edoardo Stoppa: “gli animali sono
uccisi brutalmente senza alcun tipo di stordimento, in mattatoi di fortuna, macellerie, persino per
strada. Il video, che rappresenta la prassi in molti Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, vede il bovino issato a un pilastro, o a un muro, con una corda legata al collo. Ancora libero di muoversi, cerca di difendersi e di sfuggire, cosa che rende difficile per l’operatore colpirlo al collo. Ne risultano numerose ferite inferte all’animale, ancora vivo e cosciente, che morirà dopo lunghe e atroci sofferenze”.
Nel 2017 l’Italia ha esportato 28.953 bovini, verso Paesi UE e extra UE, di cui 9.276, ovvero quasi un terzo (il 32%), verso Algeria, Egitto, Tunisia e Turchia. Nel 2018, l’Italia ha esportato 28.312 bovini, di cui 10.880 (il 38%, con un aumento di 6 punti percentuali in un anno) verso Nord Africa, Medio Oriente e Turchia. Complessivamente, cresce la quota di export verso Medio Oriente e Nord Africa, sia in termini assoluti che percentuali. Gli animali esportati dall’Italia provenivano da allevamenti situati in Veneto e Lombardia.
“Destinati alla macellazione, questi animali sono esposti a maltrattamento e fatiche insopportabili,
in molti feriti e malati, raggiungono la meta finale dopo ore o giorni di trasporto. Ad aspettarli, una
morte spesso praticata con metodi cruenti, nella totale assenza di regole o controlli – commentano le associazioni e denunciano – è inaccettabile che Commissione Europea e Stati membri continuino a consentire e a incentivare le esportazioni verso questi Paesi, condannando gli animali a subire trattamenti incredibilmente crudeli”.
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