L’innovativa e tecnologica Singapore, economicamente tra le realtà più importanti in assoluto, vanta un sistema giudiziario basato su rigide leggi che contempla la pena di morte anche per reati legati al traffico di stupefacenti. La disumana punizione venne introdotta nel 1973 e prevede che sia inflitta anche per la detenzione di piccole quantità di sostanze stupefacenti.
Dall’inizio dell’anno, sono state eseguite tre esecuzioni capitali e, a distanza di due giorni, un uomo e una donna sono stati impiccati entrambi per spaccio di eroina. Alla mezzanotte di oggi 28 luglio, è stata giustiziata una donna di 45 anni, la prima dal 2004, Saridewi binte Djamani, che avrebbe potuto salvarsi solo ricevendo la grazia del Presidente di Singapore, atto di clemenza in cui in pochi speravano, in quanto, non viene concesso per crimini di droga da circa trent’anni.
La condannata a morte, ex tossicodipendente, era stata arrestata nel 2018 e processata nel 2022 per il traffico di circa 31 grammi di eroina ma, secondo il suo legale, era stata costretta da un’agente di polizia ad ammettere il reato, durante una crisi d’astinenza.
28/07/2023
Inserisci un commento