Nella notte silenziosa, sulla spiaggia di Steccato di Cutro, il ricordo delle vittime del tragico naufragio del caicco Summer Love è stato onorato con una commovente cerimonia. Trentacinque peluche disposti a cerchio, rappresentanti gli angeli perduti, e 94 candele, illuminando il buio della notte, hanno dato forma al dolore e alla memoria di un anno fa, quando la tragedia ha colpito 94 vite, 35 delle quali erano bambini.
L'iniziativa, promossa dalla rete 26 Febbraio, ha riunito oltre un centinaio di persone alle 4 del mattino, esattamente all'ora in cui il caicco si scontrò con una secca, segnando il destino di molti. Tra loro, familiari delle vittime e alcuni superstiti, tutti uniti nel ricordo struggente di quella notte fatale.
Uno degli episodi più toccanti è stato il pianto straziante di una donna afghana, che ha perso la sorella e due nipoti nella tragedia. L'emozione del ricordo è stata così travolgente che ha causato un malore, riportando alla mente la drammatica scena del naufragio.
Le testimonianze dei superstiti, come quella di Samir, un giovane afghano di 18 anni che ha aggrappato alla vita a un pezzo di legno, hanno portato alla luce le lacune nei soccorsi e il senso di abbandono provato durante quelle ore terribili in mare aperto.
Ma il dolore e la rabbia non si sono fermati alla commemorazione. Le famiglie delle vittime e alcuni superstiti hanno annunciato la decisione di intraprendere una causa civile contro il governo, denunciando l'omissione di soccorso e i danni subiti a causa della tragedia. L'avvocato Stefano Bertone ha sottolineato la necessità di chiarire le responsabilità delle autorità e di Frontex, l'agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne, nella gestione del naufragio.
Ancora oggi, a un anno di distanza, il dolore è vivo. Vincenzo Luciano, uno dei pescatori che intervenne per primo dopo il naufragio, non riesce a dimenticare gli orrori visti quella mattina. Con il cuore spezzato, ha espresso il desiderio di poter cancellare quei ricordi, ma la memoria persiste come un peso insopportabile.
In questo contesto di dolore e lotta per la giustizia, l'arte si fa eco dei sentimenti della comunità. L'opera galleggiante "Never Again" dell'artista Laika, ritraente un giovane migrante che lotta per la vita nel mare, rappresenta il grido di dolore e la speranza di un futuro migliore. Un richiamo urgente alla necessità di creare canali legali e sicuri per le persone in fuga da guerre e persecuzioni.
Le parole dell'Unhcr, rappresentate da Filippo Ungaro, sottolineano l'importanza di rafforzare i sistemi di ricerca e salvataggio in mare e promuovere una maggiore cooperazione internazionale per affrontare le sfide delle migrazioni forzate. È un appello alla solidarietà e alla responsabilità comune di proteggere la vita umana e garantire un futuro dignitoso a chi cerca rifugio e speranza.
La commemorazione a Cutro non è solo un momento di ricordo, ma anche un grido di giustizia e di impegno per un mondo migliore, dove tragedie come questa non possano mai più accadere.
26/02/2024
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