Si è tenuto al Cairo il vertice straordinario della Lega Araba per discutere il futuro della Striscia di Gaza e proporre un piano alternativo a quello sostenuto dagli Stati Uniti. Il presidente egiziano Abdel-Fattah Al-Sisi ha sottolineato che "non ci sarà vera pace senza la creazione di uno Stato palestinese", ribadendo la posizione della comunità araba sulla questione.
La proposta araba per il dopo-Gaza I leader arabi presenti, tra cui rappresentanti di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Autorità Nazionale Palestinese e Siria, hanno discusso una strategia alternativa per la gestione postbellica dei territori palestinesi. La proposta prevede nuove elezioni nei territori palestinesi e una governance transitoria di almeno sei mesi, durante la quale Hamas cederebbe il potere a un’amministrazione provvisoria di indipendenti politici, fino a quando un'Autorità Palestinese riformata possa assumere il controllo.
Il piano egiziano suggerisce inoltre il trasferimento dei palestinesi in aree sicure all'interno di Gaza, con l'installazione di case mobili mentre le città vengono ricostruite. Tuttavia, i dettagli completi del piano non sono stati resi pubblici e saranno oggetto di ulteriori discussioni.
La posizione di Israele e gli sviluppi dell’accordo con Hamas Parallelamente al vertice, resta in stallo l’accordo tra Israele e Hamas. La seconda fase dell'intesa, prevista inizialmente per il 1 marzo e poi anticipata al 9 gennaio, avrebbe dovuto portare al ritiro delle forze israeliane da Gaza e al rilascio degli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Tuttavia, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la guerra continuerà se Hamas non procederà con la liberazione dei prigionieri.
Nel frattempo, tensioni si sono registrate alla Knesset, dove alcuni familiari degli ostaggi hanno protestato, portando all’intervento delle forze di polizia.
Lo scontro con il piano statunitense Gli Stati Uniti hanno proposto un piano che prevede il controllo militare americano nei territori palestinesi e una ricostruzione di Gaza con l’obiettivo di trasformarla in una destinazione turistica. Il progetto, accompagnato da un video generato dall’intelligenza artificiale che mostra una Gaza dorata e rigenerata, è stato accolto favorevolmente da Netanyahu ma respinto dai Paesi arabi e dalla maggior parte della comunità internazionale.
La sfida della ricostruzione L'ONU ha stimato che la ricostruzione della Striscia di Gaza avrà un costo superiore ai 53 miliardi di dollari, mentre la popolazione palestinese, circa 2,4 milioni di persone, continua a vivere in condizioni drammatiche a causa del conflitto in corso. Il futuro della regione resta incerto, con negoziati ancora aperti tra le parti in causa e la necessità di una soluzione condivisa per garantire stabilità e sicurezza nel Medio Oriente.
04/03/2025
Inserisci un commento