Il Parlamento europeo ha dato il via libera a una serie di risoluzioni che segnano un'importante svolta nella politica di difesa dell'Unione. Con il sostegno al piano ReArm Europe e al Libro bianco sulla Difesa, Bruxelles si avvia verso una maggiore autonomia strategica, riducendo la dipendenza da paesi terzi e rafforzando le proprie capacità militari.
Un piano ambizioso per la sicurezza europea
Con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astensioni, il Parlamento ha approvato una risoluzione che chiede risposte più incisive ai rischi esterni, con misure simili a quelle adottate in tempi di guerra. Il cuore della strategia è il piano ReArm Europe, presentato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che potrebbe mobilitare fino a 800 miliardi di euro per il rafforzamento della difesa comunitaria. L’obiettivo è quello di sfruttare la potenza industriale europea per ripristinare una capacità di deterrenza credibile e assicurare la pace attraverso l’unità e la forza.
"Se scateniamo il nostro potere industriale, possiamo ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di farci del male", ha dichiarato von der Leyen davanti alla Plenaria, sottolineando il crescente consenso tra gli Stati membri su questo tema, un livello di coesione impensabile fino a poche settimane fa.
Sostegno all’Ucraina e accordo di Gedda
Parallelamente, con 442 voti favorevoli, 98 contrari e 125 astensioni, il Parlamento ha ribadito il suo "incrollabile sostegno" all’Ucraina, a tre anni dall’inizio della guerra di aggressione russa. La risoluzione include un emendamento che accoglie con favore la dichiarazione congiunta di Kiev e Washington siglata l’11 marzo 2025 in Arabia Saudita, che prevede la ripresa dell’assistenza militare statunitense, la condivisione di intelligence e una proposta di cessate il fuoco di 30 giorni.
Tuttavia, il Parlamento europeo ha sottolineato che il cessate il fuoco sarà efficace solo se la Russia vi aderirà pienamente, cessando ogni attacco alla popolazione civile e alle infrastrutture ucraine.
Finanziamenti e nuove strategie di difesa
Von der Leyen ha evidenziato come l’ordine di sicurezza europeo sia stato scosso e come molte illusioni del passato siano andate in frantumi. La convinzione che la Russia potesse essere integrata nell'architettura economica e di sicurezza europea si è rivelata errata, così come l’idea di poter fare affidamento indefinitamente sulla protezione degli Stati Uniti. Per questo, ha affermato la presidente della Commissione, è necessario un drastico cambio di rotta: "Abbiamo abbassato la guardia, riducendo la spesa per la difesa da oltre il 3% del PIL a meno della metà. Ora, ogni analisi concorda sulla necessità di superare nuovamente il 3%".
Per finanziare il piano di riarmo, Bruxelles attiverà la clausola di salvaguardia nazionale delle nuove regole fiscali, permettendo agli Stati membri di mobilitare fino a 650 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, aggiungendo l’1,5% del PIL ai loro bilanci della difesa. Inoltre, gli Stati membri avranno la possibilità di reindirizzare fondi di coesione non ancora impegnati verso progetti di difesa, infrastrutture e ricerca.
Un cambio di paradigma
Le decisioni del Parlamento europeo segnano un profondo mutamento nella politica di sicurezza dell’UE. L’invasione russa dell’Ucraina ha accelerato la consapevolezza della necessità di un’Unione più autonoma e capace di difendersi. "Putin ha dimostrato più e più volte di essere un vicino ostile. Non ci si può fidare di lui", ha dichiarato von der Leyen, sottolineando come Mosca stia investendo più in difesa di tutta l’Europa messa insieme.
Con il via libera al piano ReArm Europe, l’UE si avvia dunque verso un futuro in cui la sicurezza del continente non dipenderà più esclusivamente da alleanze esterne, ma sarà garantita da una strategia comune e da investimenti mirati nella difesa. Un passo storico verso una vera Unione Europea della Difesa.
12/03/2025
Inserisci un commento