A seguito dell'aggiornamento il Consiglio europeo ha chiesto l'urgente ripresa degli sforzi negoziali in vista dell'attuazione degli accordi di Minsk e misure volte a ristabilire la fiducia tra le parti. In tale contesto, i leader dell'UE hanno convenuto all'unanimità di mantenere le sanzioni economiche nei confronti della Russia. Il Consiglio ha formalizzato oggi tale decisione mediante procedura scritta.
Le misure riguardano i settori finanziario, dell'energia, della difesa e dei beni a duplice uso. Introdotte inizialmente per un anno il 31 luglio 2014 in risposta alle azioni della Russia volte a destabilizzare la situazione in Ucraina, tali misure sono state rafforzate nel settembre 2014.
Le sanzioni economiche prorogate con la decisione in questione, fra l'altro limitano l'accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell'UE da parte di cinque grandi enti finanziari russi di proprietà dello Stato e delle loro filiali controllate a maggioranza stabilite al di fuori dell'UE, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e di tre operanti in quello della difesa, impongono il divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi, stabiliscono il divieto di esportazione dei beni a duplice uso per scopi militari o utilizzatori finali militari in Russia, limitano l'accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio.
Oltre a queste sanzioni economiche, in risposta alla crisi in Ucraina sono inoltre in vigore varie misure dell'UE, tra cui misure restrittive individuali mirate, ossia il divieto di visto e il congelamento dei beni, al momento nei confronti di 170 persone e 44 entità, in vigore fino al 15 settembre 2019
misure restrittive in risposta all'annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli, limitate al territorio della Crimea e a Sebastopoli, in vigore fino al 23 giugno 2020.
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