Hamas avrebbe accettato una nuova proposta per una tregua di 60 giorni nella Striscia di Gaza, che prevede uno scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. La notizia, riportata dal Washington Post, arriva da un funzionario di Hamas, il quale ha sottolineato che il gruppo islamista avrebbe fatto un passo indietro rispetto alla sua precedente richiesta di una fine definitiva della guerra e di un ritiro completo delle forze israeliane.
Rimane, però, un nodo centrale nelle trattative: Hamas continua a insistere affinché ai palestinesi sfollati sia garantito il ritorno nelle aree settentrionali della Striscia di Gaza. Questa condizione, secondo fonti, rappresenta uno degli ostacoli principali per un accordo duraturo.
posizione di Israele
Parallelamente, Israele ribadisce la sua determinazione a mantenere il controllo militare sulla Striscia anche dopo la fine della guerra. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Israel Katz, in un’intervista riportata dal Times of Israel.
"Una volta sconfitto il potere militare e dominante di Hamas a Gaza, Israele controllerà la sicurezza nella Striscia con piena libertà di azione, proprio come avviene in Giudea e Samaria (Cisgiordania)", ha dichiarato Katz. Ha aggiunto inoltre che "non permetteremo alcuna attività terroristica contro le comunità israeliane e i cittadini di Gaza. Non consentiremo un ritorno alla realtà precedente al 7 ottobre".
Le parole del ministro israeliano delineano un quadro in cui Israele intende evitare una nuova escalation, mantenendo un controllo diretto sul territorio per prevenire ulteriori attacchi.
Prospettive per il cessate il fuoco
La proposta di tregua rappresenta un possibile spiraglio in un conflitto che ha provocato migliaia di vittime e gravi sofferenze umanitarie. Tuttavia, le differenze di posizione tra Hamas e Israele – in particolare sulla gestione del nord di Gaza e sulla sicurezza a lungo termine – evidenziano la complessità del raggiungimento di un accordo stabile.
Mentre la comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, il futuro della Striscia di Gaza resta appeso a un fragile equilibrio tra esigenze umanitarie, richieste politiche e sicurezza regionale.
17/12/2024
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